La mostra vanta oltre 70 opere aperte al pubblico dal domani fino al 2 marzo. Tra queste figurano una cinquantina di dipinti e opere su carta realizzate dall’artista
Il Museo Accorsi-Ometto di Torino apre le porte a un evento espositivo di grande rilievo, dedicato a Giorgio de Chirico, figura emblematica che ha segnato profondamente il percorso del surrealismo. La mostra, curata da Victoria Noel-Johnson in occasione del centenario del movimento (1924-2024), si propone di esplorare il complesso rapporto tra l’artista e il surrealismo, movimento artistico e letterario nato ufficialmente con la pubblicazione del “Manifeste du surréalisme” da parte del critico francese André Breton nell’ottobre 1924.
Un rapporto complesso con il surrealismo
Giorgio de Chirico ebbe un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo del surrealismo. Tuttavia, il suo rapporto con questo movimento fu tutt’altro che lineare. Inizialmente caratterizzato da collaborazioni professionali e legami di amicizia, tale rapporto si deteriorò rapidamente fino alla rottura definitiva nel 1926. Il punto di non ritorno fu segnato dalla dichiarazione pubblica di Breton che proclamava la ‘morte artistica‘ di de Chirico nel 1918.
Le opere in esposizione
La mostra vanta oltre 70 opere aperte al pubblico dal domani fino al 2 marzo. Tra queste figurano una cinquantina di dipinti e opere su carta realizzate da Giorgio de Chirico, affiancate da una ventina di ritratti degli artisti surrealisti più influenti dell’epoca, tra cui poeti e scrittori immortalati dagli obiettivi dei fotografi Man Ray e Lee Miller.
Queste opere provengono sia da collezioni private sia dalle collezioni permanenti dei più importanti musei e istituzioni culturali italiani ed europei.
Un’esplorazione dell’arco temporale cruciale
L’esposizione prende in considerazione gli anni dal 1921 al 1928, ponendo particolare enfasi sugli eventi circostanti l’anno 1924 – momento chiave per la fondazione del movimento surrealista francese. Tra i pezzi più significativi della mostra spicca il carteggio tra De Chirico e Breton (1921-1925), incluso uno scambio epistolare finora poco noto datato 1924 in cui l’artista propose a Breton la realizzazione della prima replica delle sue celebri “Muse inquietanti” datate 1918.
Una finestra sul dialogo tra arte e letteratura
La mostra non solo offre ai visitatori l’opportunità unica di immergersi nelle visionarie composizioni pittoriche dechirichiane ma apre anche una finestra sul dialogo fecondo tra arte visiva e letteratura che ha caratterizzato l’avanguardia surrealista. Attraversando le sale espositive allestite presso la Fondazione Accorsi-Ometto è possibile percepire come le tensioni creative, i conflitti ideologici ed estetici abbiano alimentato quel fertile terreno culturale dal quale è germogliata una delle correnti artistiche più rivoluzionarie del XX secolo.