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Arte

Puntinismo: in cosa consiste questa corrente artistica e quali sono le opere più belle?

Il Puntinismo è un movimento artistico molto particolare. Ecco come è nato e quali sono le opere più rappresentative

Ci sono modi e modi di dipingere: dalle pennellate più lievi a quelle più dense di colore, dalle macchie di colore ai puntini. Ebbene sì, il Puntinismo è una corrente artistica che vede nel punto di colore la massima espressione artistica.

Scopriamo quali sono le sue origini e perché viene considerato uno dei momenti più particolari e significativi dell’arte.

Quando è nato il Puntinismo?

Il Puntinismo nasce in Francia nel 1870 e si tratta di un movimento neoimpressionista, da non confondere con l’impressionismo. Perché se da un lato, entrambe le correnti cercando di rappresentare in modo veritiero l’essenza luminosa dei paesaggi all’aria aperta, l’atteggiamento è radicalmente diverso: gli impressionisti caricano emotivamente ogni pennellata, mentre i puntinisti sono razionali e chirurgici nel disseminare di puntini le loro opere.

La Scienza che condiziona l’Arte

In quegli anni le scoperte sul presunto funzionamento dell’occhio umano influenzarono alcuni artisti.

Michel Eugène Chevreul teorizzò il contrasto simulataneo e diede vita al famoso cerchio cromatico di Chevreul in cui è possibile ammirare spicchi di colore secondo gradiente di tonalità.

La legge del contrasto simultaneo dei colori prevedeva che due colori giustamente contrapposti, ovvero posti a distanza limitata in un’opera, riuscissero a fare percepire un colore diverso all’occhio umano. Ad esempio, accostando due colori complementari, questi sarebbero andati a rafforzarsi a vicenda e a donare più luminosità al quadro.

Prendete come esempio una qualsiasi opera di Seurat, se volete anche quella proposta più avanti in questo articolo. Notate per caso il ripetersi di colori complementari accostati uno vicino all’altro? Questo avviene in tutti i quadri puntinisti ed è una caratteristica molto particolare, che spesso passa in secondo piano rispetto a quella più evidente: la presenza di puntini.

I Puntinisti erano convinti che accostare colori complementari e non mescolare mai i colori sulla tavolozza ma usarli sempre puri e incontaminati, fosse essenziale per garantire la massima esperienza di percezione del colore all’occhio umano.

L’emozione al di là della razionalità

Non si può negare che i quadri puntinisti siano in qualche modo caldi e parlino alla nostra emotività Ovvero, per quanto gli artisti puntinisti rincorrano postulati scientifici, riescono anche a scaldarci il cuore con le loro opere.

La precisione non deve per forza essere un limite per l’emozione, anzi, a volte serve a veicolarla in modo ancora più potente.

Vediamo perciò come i massimi esponenti del Puntinismo sono riusciti a trovare il giusto compromesso tra ragione e passione nei loro quadri più belli.

George Seurat

Considerato il padre del Puntinismo, Seurat è sempre stato appassionato di disegno e pittura e, nonostante la sua morte precoce a soli 31 anni, ci ha regalato dei veri e propri capolavori. George dipingeva principalmente scene di vita quotidiana, prediligeva colori luminosi e i suoi puntini erano fitti e disposti a regola d’arte, o meglio, di scienza.

Ecco alcuni dei suoi quadri più rappresentativi:

Una domenica pomeriggio al’Ile de la grande Jatte: si tratta di un’opera che è considerata un vero manifesto del Puntinismo. Siamo all’aperto in una bella giornata soleggiata, in cui c’è chi passeggia, chi cerca riparo dal sole sotto un ombrellino o si trova al riparo sotto la chioma degli alberi. Qui la tecnica puntinista è molto accentuata.

Seurat: il padre del Puntinismo – mostradante.it

 

Il circo: in questo quadro è ben visibile la tecnica del puntinismo ma Seurat è riuscito anche a mettere in luce il movimento dei protagonisti. Si tratta dell’ultima opera realizzata dall’artista che morì poco dopo averla terminata. Ad oggi è conservata al Musée d’Orsay.

Paul Signac

Altro grande protagonista del movimento puntinista, Paul Signac nacque a Parigi nel 1863 e il suo amore per l’arte è dovuto alla profonda passione che Paul nutriva per le opere di Monet.

Dopo aver incontrato Seurat, i due decisero di stringere un sodalizio artistico che li portò ad aprire, dopo poco tempo, la Società degli Artisti Indipendenti cominciando. Fù così che anche Signac cominciò a dipingere attraverso la tecnica puntinista appresa dal nuovo socio.

Il focus delle sue opere, più che sulla scena rappresentata, verte sull’accostamento di colori e la resa della luce attraverso il passaggio.

Nella sua opera chiamata Colazione, infatti, vediamo un momento di vita quotidiana che si svolge all’interno di una casa, la scena di per sé pare statica ma a fare da protagonista è, ancora una volta, proprio il colore e la minuziosa resa di luci e ombre attraverso i puntini.

Il puntinismo in Italia: la nascita del Divisionismo

Alla fine dell’Ottocento in Italia sopraggiunge una corrente simile al Puntinismo, chiamata Divisionismo.

Questa corrente riprende molti aspetti introdotti dal Puntinismo francese, come la resa della luce e la giustapposizione dei colori. Ma nel Divisionismo i puntini sono meno nitidi e con bordi più sfumati, trasformandosi quasi in brevi pennellate.

I principali esponenti del divisionismo italiano sono Pellizza da Volpedo, Segantini e Previati. In Italia questo movimento artistico venne accettato e apprezzato molto più di quanto i francesi avessero mai fatto con il Puntinismo.

Una delle opere più importanti del Divisionismo Italiano è l’opera di Giovanni Segantini Le due madri. In questo caso, ad essere messa in risalto è la fonte di luce, e anche qui si percepisce il movimento donato alla scena dalle pennellate brevi di colore.

Segantini, Le due madri – mostradante.it

 

Nel quadro di Getano Previati Meternità, invece, è possibile scorgere nell’erba e nelle ali degli angeli, un evidente e marcato effetto divisionista, tanto che il tratto è paragonabile a delle linee sottili.

L’eredità del Puntinismo

Il Puntinismo ha avuto un forte impatto sull’arte moderna e ha influenzato gran parte dei movimenti artistici successivi, ne sono un esempio: il fauvismo, il cubismo e il futurismo. La tecnica a puntini è stata declinata, un po’ come successo nel Divisionismo, in diversi stili e approcci e arricchita con nuovi colori, simbologie e sfumature emotive che probabilmente Signac e Seurat non avrebbero del tutto condiviso.

In conclusione, anche la scienza può dare il suo contributo a livello artistico e il Puntinismo ne è solo un esempio. Basti pensare alla sezione aurea, al calcolo della prospettiva e a tutte quelle tecniche più razionali e accurate che sono andate a fornire nuovi strumenti agli artisti con cui poter dare libero sfogo alla loro creatività.

La ragione non limita il sentimento, lo amplifica e lo rende più facilmente declinabile in nuove espressioni di sé stesso.

Alessia Barra

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