Uno degli artisti più eclettici e significativi del Novecento, non smise mai di reinventarsi, fino a rendere davvero difficile identificarlo con una specifica avanguardia
Amedeo Modigliani (Livorno, 1884 – Parigi, 1920) rientra in quella vasta categoria di artisti che decisero di lasciare il paese natale per traferirsi in Francia, nella Parigi che per tanto tempo è stata la capitale dell’arte del mondo occidentale.
La libertà di espressione e di azione che la città offriva favorì l’avvicendarsi di quella scia di artisti non soddisfatta delle opportunità che il paese natale offriva loro.
In questo articolo ripercorreremo alcune delle opere più significative di Modigliani, nel contesto in cui è vissuto, per capire in che modo rappresenta un capitolo prezioso della storia dell’arte italiana del Novecento.
Il pittore di origini livornesi ha rielaborato tutte le avanguardie di inizio Novecento secondo uno stile unico e inconfondibile che lo ha inserito nella lista delle personalità più interessanti della storia. Questo sarebbe il suo Bignami.
Nonostante la vita breve, interrotta troppo presto dalla tubercolosi e dai vizi, l’artista ha lasciato dietro di sé un corpus di lavori dal valore inestimabile.
Nato nel 1884 nella costiera toscana, fu influenzato dall’arte sin dalla giovinezza. Si formò sotto l’ala di Guglielmo Micheli, esplorando l’arte a Firenze e Venezia.
Nel 1906 si trasferì a Montmartre, quindi a Montparnasse, frequentando artisti come Klimt e Gauguin. Qui Modigliani abbracciò uno stile unico, influenzato dal simbolismo e dal periodo blu di Picasso. Sperimentò la pittura e la scultura, ma tornò alla pittura nel 1914 per ragioni di mercato e salute.
Nonostante il supporto di mercanti d’arte dell’epoca come Guillaume e Zborowski, la sua fama arrivò postuma.
Nel 1919 l’artista espone a Londra, ricevendo elogi critici, ma la sua salute si deteriora. Nel gennaio 1920, muore di polmonite, seguito dalla tragica morte di Jeanne, che si suicida. Oggi, riposano insieme nell’incantevole cimitero di Père Lachaise, a Parigi.
Parigi all’inizio del Novecento era la culla della cultura, della modernità, nonché luogo di scambio e aggiornamento per poeti, scultori, pittori, filosofi.
In questo clima, vivace e florido, giungono artisti da tutta Europa, come il rumeno Constâtin Brâncuși, il russo Marc Chagall, il russo Chaïm Soutine e il nostro Amedeo Modigliani, che entrano in contatto con personalità già affermate quali Pablo Picasso , Georges Braque, Henri Matisse, il poeta Guillaume Apollinaire, André Derain e molti altri.
Sempre a Parigi, negli stessi anni, soggiornano alternamente alcuni dei principali esponenti del futurismo, come Umberto Boccioni, Gino Severini, Carrà, Ardengo Soffici, a ulteriore dimostrazione della grande vitalità dell’ambiente in cui non necessariamente tutti entravano in contatto tra loro, ma potevano giovarsi della fervente temperie culturale.
Nei manuali di storia dell’arte si trovano spesso classificati Brâncuși, Chagall, Soutine e Modigliani come appartenenti alla “Scuola di Parigi”, sebbene il loro fosse un modo comune di vivere e di pensare, più che una scuola. Un altro aspetto che li accomunava, oltre all’essere artisti forestieri in Francia, era il vivere nello stesso quartiere parigino, ossia Montparnasse, in un edificio soprannominato “l’alveare”, adibito a studio per gli artisti che non si erano arruolati in guerra; anche la partecipazione al Salon, famosa esposizione organizzata a Parigi già dal 1667, rappresentava un fattore di comune accordo.
Un’esistenza, quella di Modigliani, non particolarmente fortunata, data la lunga malattia e la morte precoce. Nonostante le complicazioni, all’inizio della sua formazione culturale, la sua scelta di fare l’artista di professione fu rapida e senza ripensamenti.
Seguono alcune delle opere più significative dell’apporto dell’artista, che riprendono varie avanguardie e vari periodi espressivi di Amedeo Modigliani.
Questo dipinto rappresenta una delle opere pionieristiche di Modigliani, caratterizzata dalle linee semplici e fluide che definiscono il viso femminile. Il suo stile distintivo, con tratti stilizzati e allungati, dona una grazia e una serenità uniche al ritratto.
L’opera riflette il suo interesse per le forme essenziali e la ricerca della purezza nelle forme umane. Ha dipinto molte donne nella sua carriera, dalla amata a soggetti molto più provocatori.
Datata 1909, Amazzone rappresenta una delle opere giovanili di Modigliani con cui l’artista italiano ha dato al mondo i primi segni del suo talento. La tela fa parte di una collezione privata e mostra la figura di una donna vestita con un outfit maschile (giacca arancione, camicia, cravatta e guanti). I capelli sono raccolti e l’intero soggetto viene colto di tre quarti, con sguardo sicuro e diretto verso lo spettatore.
L’identità della ragazza aristocratica che commissionò il lavoro ad Amedeo Modigliani è avvolta nel mistero: è nota solo con il nome di Madame la baronne de H. È tuttavia sicuro che la committente abbia rifiutato il quadro perché insoddisfatta del risultato.
Infine, Nudo sul divano è una delle opere di Modigliani che ha destato maggiore scandalo in tutta la sua carriera. Nonostante la nudità fosse presente nell’arte ormai da parecchi anni – dal cubismo alle influenze più classiche e neoclassiche – il pittore veniva infatti accusato di non mostrare delle modelle in posa, ma delle donne vere colte in attimi di intimità. Nel 1917, peraltro, la galleria Berthe Weill organizzò una mostra sull’artista italiano in Rue Taitbout, sempre a Parigi. Tra i quadri proposti vennero inseriti anche i tanti nudi, ma la reazione del pubblico fu feroce.
L’iniziativa suscitò immensa disapprovazione tra i visitatori e la polizia intimò agli organizzatori di chiudere l’esposizione al pubblico. L’episodio, inoltre, influenzò in maniera negativa le vendite e i guadagni, dato che vennero acquistati solo due dipinti di tutto il catalogo.
Anche solo da queste tre opere si elude che Modigliani non appartiene, di fatto, a una corrente precisa, né egli stesso ha mai dichiarato di essersi rifatto ai grandi maestri. Al contrario egli scelse esplicitamente di non volersi avvicinare né all’avanguardia futurista, tantomeno a quella francese. Ma è indubbio lo sguardo e l’attenzione alle tendenze che allora circolavano nella Parigi metropolita all’inizio del Novecento. Il suo lavoro risulta di fatto isolato rispetto alle varie tendenze, e anche in questo consiste la sua unicità.
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