Appassionati di Banksy? Ecco quali città visitare per ammirare le sue opere, dal Regno Unito alla Cisgiordania, passando per l’Italia
Dietro la misteriosa bomboletta spray che ha segnato gli ultimi anni si cela indiscutibilmente Banksy, lo street artist più rinomato e attivo degli ultimi due decenni. La sua identità è avvolta nel mistero, ma la sua arte ha parlato al mondo in modo eloquente, offrendo una critica sociale senza mezzi termini, impreziosita da umorismo e ironia.
Banksy ha fatto la sua comparsa negli anni Novanta a Bristol, divenendo un narratore visivo senza bisogno di parole, affrontando con la sua arte temi cruciali della società contemporanea.
L’artista britannico è celebre per il suo straordinario talento e la capacità di mantenere segreta la sua identità, alimentando così l’aura di mistero che circonda la sua figura. Tuttavia, di recente, sembra che il suo nome sia stato svelato al grande pubblico…
Qual è la vera identità di Banksy? Cosa si sa di lui e perché ha scelto questo nome? La domanda sulla vera identità di Banksy ha affascinato gli amanti dell’arte e i curiosi di tutto il mondo per anni. Nonostante la sua fama globale il suo volto è rimasto un segreto ben custodito. Tuttavia, sembra che qualcosa sia cambiato in modo inaspettato, gettando una luce sinistra sulla sua identità.
Recentemente, durante una mostra su Banksy a Lecce, i curatori Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, esperti di spicco su Banksy, hanno dichiarato con certezza che la vera identità dell’artista è Robin Gunningham, come precedentemente rivelato dal tabloid inglese Daily Mail. Gunningham è un uomo di cinquant’anni originario di Bristol, già studente della Bristol Cathedral Choir School. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la questione dell’identità di Banksy è stata oggetto di dibattito per molto tempo, con teorie che cambiano nel corso degli anni. In passato, ad esempio, si è diffusa la convinzione che Banksy potesse essere Robert Del Naja, il leader dei Massive Attack.
Questa teoria era nata a seguito di un’intervista rilasciata da un produttore e musicista britannico di nome Goldie in un programma radiofonico inglese. Durante quell’intervista, Goldie aveva involontariamente menzionato un “Robert” come “un grande artista” mentre parlava di Banksy. Inoltre, Del Naja è uno street artist noto con lo pseudonimo 3D ed è anche lui di Bristol.
Il nome “Banksy” è, ovviamente, uno pseudonimo. Sull’origine del suo pseudonimo, sappiamo ancora poco. Tuttavia, è probabile che il nome “Banksy” sia una sorta di storpiatura o abbreviazione del suo vero nome, che potrebbe essere Robert, Robin, o una variante abbreviabile in “Rob” o “Bob”. La domanda su Robin o Robert, o se ci sia un’altra identità ancora sconosciuta dietro Banksy, rimane avvolta nel mistero, dimostrando che i segreti sulla sua identità sembrano diventare sempre più intricati.
Il tour sulle tracce di Banksy può iniziare da una delle sue opere più recenti, anche se purtroppo distrutta pochi giorni dopo la sua creazione nel Kent a metà marzo. L’opera, chiamata “Morning is broken”, ritraeva la silhouette di un ragazzo che apre le tende insieme al suo gatto, sottolineando l’effimero della street art. Tuttavia, a Margate, in occasione di San Valentino, “Valentine’s Day mascara” denuncia la violenza domestica, presentando una donna dal volto tumefatto ma sorridente che chiude il coperchio di un frigorifero abbandonato.
Da Margate, il tour si sposta a Bristol, città che ospita alcune delle opere più celebri di Banksy. Nel centro, presso Albion Dockyard, Hanover Place, si può ammirare “Girl with the Pierced Eardrum”, una reinterpretazione di Jan Vermeer con l’aggiunta di una mascherina in stile Covid. Nella Frogmore Street, “Well-Hung Lover” dipinge un uomo nudo che lancia una molotov contro poliziotti, posizionato strategicamente su una clinica per malattie sessuali.
La seconda tappa del tour porta a Londra, dove nel 2017 sono comparse due opere in omaggio a Jean-Michel Basquiat in Golden Lane. Proseguendo per Chiswell Street, si incontra “I Love London Robbo Rat”. A Rivington Street si trovano “Designated Graffiti Area” e “His Masters Voice”, mentre in Curtain Road c’è “Snorting Copper”. Nel quartiere di Mayfair, in Bruton Lane, “The falling shopper” critica il consumismo.
A Brighton, non si può perdere il celebre “Kissing Policeman”, un bacio tra due poliziotti. Infine, a Bristol, il museo e la galleria d’arte custodiscono “Paint-Pot Angel,” testimonianza della mostra “Banksy versus Bristol” del 2009.
Banksy ha lasciato il segno anche in Italia, con opere che si possono ammirare nelle strade di Napoli e Venezia. Nel centro storico di Napoli, in via Benedetto Croce, persiste l’eco dell’opera “Madonna con Coca Cola e Patatine”. Questa rappresentazione, ispirata all’estasi di Santa Teresa del Bernini, sottolinea l’ebbrezza della Madonna di fronte al cibo, offrendo una critica diretta al consumismo e al fast food, sebbene gran parte dell’opera sia stata coperta nel tempo.
A breve distanza, attraversando le vie del centro, si arriva a Piazza dei Gerolamini, dove, accanto a un’edicola, si trova la “Madonna con pistola”. Apparsa nel 2010, questa opera è protetta da una teca di plexiglass, testimoniando il suo impatto duraturo.
Da Sud a Nord, Banksy ha lasciato il suo segno anche a Venezia. Nel 2019, infiltrandosi come un “agente speciale” alla Biennale, ha donato alla città un’opera d’arte unica nel sestiere di Dorsoduro, chiamata “Il Naufrago Bambino”. Per ammirarla, è necessario recarsi vicino a Campo Santa Margherita, affacciandosi sul Rio di San Pantalon e contemplando la sponda del canale Rio de Ca’ Foscari.
Banksy, noto per il suo impegno in zone di conflitto a favore degli oppressi, ha lasciato il segno con numerose opere sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza. Chi desidera vivere un’esperienza più coinvolgente può prenotare una stanza presso “The Walled Off Hotel”, l’albergo ideato e decorato dall’artista a Betlemme, che offre una vista sul muro costruito da Israele per ragioni di sicurezza, pubblicizzato come l’hotel con la peggiore vista del mondo.
Più di recente, Banksy ha esteso la sua protesta artistica anche in Ucraina, con sette opere rivendicate nelle zone più colpite, tra cui Kiev, Irpin e Borodyanka, per denunciare il conflitto in corso.
Banksy rimane nell’ombra, consentendo al suo lavoro di parlare per lui, continuando a sfidare il mondo con la sua arte provocatoria e incisiva.
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