Preraffaelliti e quali erano le caratteristiche che definivano la loro arte, ecco tutti i dettagli su questo movimento artistico che ha segnato un’epoca
I Preraffaelliti sono stati un movimento artistico inglese del XIX secolo, nato come reazione al classicismo prevalente dell’epoca. Fondato nel 1848 da un gruppo di giovani artisti, il movimento si caratterizzò per la ricerca di una maggiore verità e purezza nella rappresentazione della natura e dell’arte. In questo articolo, esamineremo chi erano i Preraffaelliti e le principali caratteristiche che definirono la loro arte.
Nel 1848, a Londra, nel fervore artistico e sociale che impregnava la Gran Bretagna, un assortimento di giovani artisti e poeti fondano la Fraternità Preraffaellita (Pre-Raphaelite Brotherhood).
Questo periodo ha segnato l’ascesa dei valori borghesi che avrebbero poi influenzato l’arte vittoriana dei Preraffaelliti. Oltre a ciò, questa corrente artistica presenta similitudini con il Simbolismo e l’Art Nouveau, estendendosi oltre i confini britannici grazie al Romanticismo e al Decadentismo, che trovano la perfetta espressione nell’arte preraffaellita.
Il punto di massima popolarità dei Preraffaelliti si raggiunge con la “recensione” entusiasta di John Ruskin nel 1851. Nel suo saggio “Preraphaelitism”, Ruskin proclama l’arte del gruppo come determinante per l’arte moderna, paragonandola alle tecniche innovative di William Turner. Tuttavia, questo apprezzamento arriva solo dopo un’intensa fase di critica severa, persino da parte dello stesso Ruskin.
Le principali fonti di ispirazione dei Preraffaelliti, come per i romantici, provenivano dal Nuovo Testamento e dalla letteratura, prestando particolare attenzione alle parti più toccanti della Divina Commedia di Dante Alighieri e delle tragedie di Shakespeare, come Macbeth, il Re Lear, Amleto e Romeo e Giulietta. I loro interessi si estesero anche alla storia del re Artù e ad altre storie del periodo medievale. I Preraffaelliti cercarono di ricreare lo spirito originale dell’arte, attingendo ispirazione dai cosiddetti pittori primitivi, artisti attivi prima di Raffaello, da cui il movimento prende il nome.
Questo movimento artistico non ebbe accesso diretto alle opere di questi artisti primitivi, ma le conobbero solo attraverso le incisioni. L’estetica preraffaellita si manifestò anche nella letteratura con la pubblicazione del giornale “The Germ” nel 1850, che si occupava di poesia, con un focus su temi che ruotavano attorno alla cavalleria, alle leggende celtiche, alla letteratura medievale e a Dante. Questo stile letterario preraffaellita fece da precursore al movimento decadente che sarebbe seguito.
I pittori preraffaelliti, nei loro lavori, si distinguono principalmente per la scelta di temi molto specifici. Tra questi, la composizione delle opere si basa spesso su sfere soggettive che spaziano tra il sogno, la storia, l’ambientazione sociale, i riferimenti nazionalisti, medievali, mitologici e anche letterari. In quest’ultimo caso, William Shakespeare e Dante Alighieri rappresentano le massime fonti di ispirazione.
Per quanto riguarda la rappresentazione del gentil sesso, l’immagine femminile preraffaellita esprime ideali di purezza e bellezza, essendo la rappresentazione delle opere d’arte ispirate a valori spirituali. La donna deve essere ritratta in un modo che è al tempo stesso romantico e misterioso, ma soprattutto idealizzato. Il taglio dei capelli nelle donne viene spesso lasciato lungo e libero, o legato in morbidi chignon. Gli abiti sono dettagliati, opulenti, ma fluidi permettendo alla figura di muoversi liberamente, contrapponendosi alla rigidità dei corsetti. Questo stile ha contribuito anche a plasmare la moda femminile del tempo. L’immagine della donna preraffaellita, quindi, si avvicina molto alla rappresentazione di un angelo.
Questa interpretazione della figura femminile è evidente in opere come “Ophelia” di John Everett Millais e “The Mirror” di Frank Bernard. Infine, è frequente nelle opere preraffaellite la presenza di personaggi noti come la dama di Shalott o la figure dantesca di Beatrice, spesso rappresentati in diverse interpretazioni.
Il genere artistico dei Preraffaelliti porta con sé forti richiami a elementi della pittura medievale e dell’arte neo romantica. Le loro creazioni più famose presentano spesso tessuti morbidi e leggeri, mentre le figure, straordinariamente complesse nei loro atteggiamenti e con un’attenzione maniacale al dettaglio, sono messe in primo piano da una luce intensa. La presenza di simbolismi e allegorie è inoltre un tratto distintivo del genere pittorico preraffaellita.
Alcuni esponenti del movimento
Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), sia pittore che poeta e uno dei principali esponenti del gruppo, reinterpretò l’arte del Quattrocento con un approccio rivolto all’estetica. Rossetti, che favoriva l’uso dei pastelli e dell’acquerello, creò numerosi dipinti, molti dei quali ispirati alla Divina Commedia e alla poesia stilnovista. Nel suo dipinto del 1864, Beata Beatrix, il personaggio di Beatrice, figura centrale nell’opera di Dante Alighieri, rappresenta un’immagine di donna nettamente diversa da quella originale di Dante, più ritirata e riservata.
La Beatrice di Rossetti simboleggia una figura femminile divina e terrena, spirituale e sensuale, divenendo un simbolo dell’irresistibilità e della fatalità, temi molto cari alla poesia simbolista di fine secolo. La colomba rossa, che allude enigmaticamente sia allo Spirito Santo che all’Amore, le porge un fiore di papavero, rappresentazione sia della passione che della morte. Quest’opera, realizzata dal pittore Dante Gabriel Rossetti nel 1864, trae ispirazione dal tragico suicidio della sua consorte, che era stata anche la sua musa preferita.
Un altro grande artista dell’epoca, John Everett Millais (1829-1896), si distingue per la sua tecnica impeccabile. Dotato di un talento straordinario e di una tecnica virtuosistica, è noto per aver affermato di aver speso un’intera giornata per dipingere un’area grande quanto una moneta da cinque scellini. Il pubblico era affascinato dalla sua abilità nel rappresentare i dettagli più minuziosi. Tra le sue opere più ammirate c’è “Ofelia”, realizzata nel 1851-52.
In “Ofelia”, l’attenzione è focalizzata sugli aspetti naturalistici del quadro. Millais dipinge i fiori con una precisione botanica meticolosa e li carica di una rete di significati simbolici, alcuni dei quali sono tratti direttamente dal dramma shakespeariano “Amleto”, da cui proviene il personaggio di Ofelia. Ad esempio, il salice, l’ortica e le margherite sono associati rispettivamente all’amore non corrisposto, al dolore e all’innocenza.
J.E. Millais è noto anche per essere uno degli artisti più significativi nella ritrattistica infantile, qualificato per la sua naturalità e sensibilità, senza esagerazioni o retorica. Un esempio del suo talento è l’opera “Addormentata”, che rappresenta una delle sue tre ragazze, nello specifico Alice Sophia Caroline.
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