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Arte

Opere d’arte più strane di sempre, quali sono?

Ci sono diverse opere d’arte che possono essere considerate bizzarre, curiose e strampalate, ma molte di loro sono diventate capolavori concepiti con l’intento di provocare e attirare ancor di più l’attenzione di chi guarda.

Nella sfera artistica contemporanea ci sono diversi esempi in cui il no-sense la fa da padrone, come le opere di Magritte, che dell’assurdo ha fatto la sua stilistica o la celebre Fontana di Duchamp, massima espressione del ready made (gli artisti usano oggetti di uso quotidiano esponendoli come loro opere), oppure opere che utilizzano materiali inconsueti come la spazzatura.

Per capire meglio quali sono le opere più strane (diventate capolavori contemporanei), continuate a leggere.

Le opere d’arte più strane di sempre

Iniziamo con la Forchetta gigante di 8 metri sita nel Lago Lemano a Vevey, in Svizzera, realizzata nel 1995 da due artisti svizzeri, Jean-Pierre ZauggGeorges Favre, in occasione del 10° anniversario del Museo dell’Alimentazione Alimentarium, già sede della Nestlé.

Foto | Erasmusu https://erasmusu.com/ – Mostradante.it

Da Alimentarium i visitatori possono scoprire tutto ciò che riguarda l’alimentazione, dalla coltivazione dei prodotti fino alla tavola.

La forchetta gigante rappresenta  il legame tra la terra e il cibo: “la forchetta mette le radici nella terra e da essa si alimenta.”

Può un orinatoio diventare un’opera d’arte? Per Marcel Duchamp sì e la storia di questa opera d’arte inizia nel 1917 negli USA quando l’artista ha ricevuto un orinatoio in porcellana da un’amica che l’aveva acquistato in un negozio di idraulici, lo ruota di novanta gradi, lo data e lo firma con R. Mutt 1917.

Forse uno pseudonimo maschile che Duchamp aveva adottato, poiché il nome R.Mutt è stato oggetto di controversie e misteri da quando è apparso per la prima volta su quell’orinatoio capovolto.

Il 10 aprile del 1917 viene presentato a una mostra organizzata a New York dalla Society of Independent Artists e l’opera, con il titolo di Fountain, viene rifiutata.

Da questo rifiuto nasce l’idea del ready-made, cioè la capacità di trasformare un oggetto comune in opera d’arte.

L’opera originaria è andata perduta e quelle che ammiriamo oggi sono semplicemente delle riproduzioni. In ogni caso Fountain, ha interrotto il corso della storia dell’arte perché da allora in poi l’arte ha cambiato completamente registro.

Tra le opere d’arte più strane del mondo, la Merda d’artista di Piero Manzoni è senza dubbio una delle più celebri.

Realizzata nel 1961, Manzoni prese una novantina di barattoli simili a quelli della carne in scatola, ai quali applicò la sua firma, la celeberrima scritta e in più sostiene di aver inserito 30 grammi delle proprie feci.

L’intento provocatorio e di influenza duchampiana, era svelare la contraddizione dell’Arte Contemporanea che spesso premiava un’opera non per il valore in sé o per ciò che suscitava, ma solo per la popolarità dell’artista.

Manzoni aveva richiesto, con sfacciata irriverenza, che il prezzo di ogni scatoletta corrispondesse a quello di 30 grammi d’oro (come dire che i suoi escrementi valevano tanto oro quanto pesavano).

Il Museum of Non-Visible Art, a New York, è un museo fatto solo di idee dove si vendono opere d’arte che non esistono. Non ci sono quadri da ammirare o statue da fotografare perché ci sono solo concetti ed idee.

Ecco che allora si da il via all’immaginazione e sebbene le opere stesse non siano visibili, le descrizioni aprono i nostri occhi su un mondo parallelo fatto di immagini e di parole.

Questo mondo non visibile, è forse più reale del mondo della materia. L’idea nasce dal desiderio di mettere in relazione l’idea del mondo fisico e visibile, da una parte, e il mondo non visibile del pensiero, dall’altra.

Da citare è lo squalo acefalo che l’artista John Buckley ha posizionato sul tetto di un’antica casa costruita nel 1860 nel quartiere di Headington nella città di Oxfod (GB).

E’ alto 7,5 metri, con un peso di 4 quintali, fabbricato in vetroresina, ed è stato realizzato pochi mesi dopo il disastro nucleare di Cernobyl.

Dietro questa stravagante opera d’arte si nasconde qualcuno, rappresentato da uno squalo, che, totalmente impotente, buca il tetto in un senso di rabbia, impotenza e disperazione di fronte al pericolo dell’energia nucleare.

Venne installato il 9 agosto 1986 in ricordo del 41° anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Sembrerà strano ma è possibile vivere in affitto in questa casa bifamiliare ad un prezzo di 2mila dollari al mese.

America, il Telefono Aragosta e la Calamita cosmica

Ci spostiamo al 2017 quando Maurizio Cattelan espone al Guggenheim di New York America, un water d’oro a 18 carati dal peso di 103 kg ideato per la sua funzione principale, tanto che i visitatori potevano utilizzarla per 3 minuti individualmente e privatamente, vivendo un’esperienza di inedita intimità con un’opera d’arte del valore di 1.1 milioni di Euro.

Foto | Guggenheim Museum https://www.guggenheim.org/ – Mostradante.it

 

Interessante è l’associazione gabinetto-oro: un oggetto di minimo valore associato ad un oggetto di massimo valore, un oggetto di grande funzionalità associato ad un oggetto di piccola funzionalità.

La toilette di Cattelan strizza l’occhio agli eccessi del mercato dell’arte, ma evoca anche il sogno americano di opportunità per tutti.

Attualmente dell’opera non c’è più traccia perché è stata rubata mentre era in esposizione al Blenheim Palace di Woodstock, in Inghilterra, posizionata, curiosamente, appena fuori dalla camera da letto dove era nato l’ex primo ministro del Regno Unito Winston Churchill.

Il furto dell’opera, essendo realmente funzionante, ha provocato una serie di danni al museo stesso, compreso l’allagamento della stanza a causa della rottura delle tubazioni dell’acqua.

Altro salto temporale importante: siamo nei primi anni del ‘900 e le teorie sull’inconscio di Sigmund Freud spopolano in Europa.

Il movimento Surrealista credeva che le rivoluzioni iniziassero nei sogni, nell’inconscio e il Telefono aragosta di Salvador Dalì è il frutto della correlazione tra un telefono e un’aragosta, come simboli della sessualità.

L’opera è stata realizzata nel 1936 su ispirazione dell’amico artista e mecenate Edward James. Un giorno, Edward, si trovava a casa di una aristocratica signora la quale, squillando il telefono, ha impugnato per errore un’aragosta tentando di rispondere alla chiamata.

Infine, tra le opere d’arte più strane, troviamo la scultura di Gino De Dominicis dal titolo Calamita cosmica: un enorme scheletro umano che l’artista marchigiano realizzò in segreto nel 1988, conservato a Foligno nella ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata.

Lo scheletrone riproduce esattamente l’apparato osseo dell’essere umano, con l’aggiunta di un grosso becco al posto del naso e di un’asta di ferro dorata, in equilibrio sull’ultima falange del dito medio destro: è la calamita che mette in contatto lo scheletro con il mondo cosmico.

Giulia De Sanctis

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