Esiste un vulcano nel mondo che erutta lava color blu zaffiro, scopriamo di più su questo magico fenomeno naturale
Ci troviamo nel cuore dell’Indonesia e stiamo parlando dell’unico e solo Kawah Ijen, uno dei vulcani più pericolosi e spettacolari del Pianeta. Ma conosciamolo meglio all’interno di questo articolo.
Kawah Ijen sorge all’interno di una depressione vulcanica che si estende per ben 23 km. Questa depressione si è formata più di 50mila anni fa e ospita al suo interno dei vulcani minori, tra cui proprio questo incredibile vulcano dalla lava blu fluorescente. Al suo interno il Kawah Ijen ospita il più grande lago di acido del mondo. La sua costante attività e questo particolare inquietane, lo rendono uno dei luoghi più pericolosi della Terra.
Pericoloso quanto straordinario, questo vulcano deve la colorazione così particolare delle sue fiamme e della sua lava allo zolfo. Infatti, il magma del Kawah Ijen presenta delle grandi quantità di zolfo, che a contatto con l’aria danno vita a una magia unica di luci fluorescenti color zaffiro.
I gas solforici sfiatano dalle fratture presenti nel vulcano con pressione e temperature altissime, che possono arrivare fino a 600 gradi. Questi gas, una volta entrati in contatto con l’ossigeno presente nell’aria, condensano trasformandosi in zolfo liquido che scorre sulle pareti del vulcano proprio come lava blu.
A rendere ancora più interessante questo fenomeno della natura è che si tratta di un effetto visibile solamente durante le ore notturne. Un segreto che brilla nell’oscurità di una innaturale e magica luce blu.
Se durante la notte il vulcano diventa un luogo magico dove la luce blu illumina le tenebre, durante il giorno appare come un bellissimo lago vulcanico dalle acque cristalline che possono trarre in inganno. Infatti, non si tratta di acqua pura e incontaminata, bensì di un acido micidiale. I gas vulcanici donano riflessi verde smeraldo alle acque, facendo sembrare il lago un vero paradiso terrestre in cui però immergersi è letale.
Il lago ha una concentrazione di acido solforico e cloridrico talmente elevata, che le sue acque sono in grado di sciogliere addirittura i metalli.
L’emissione di così grosse quantità di gas solforici fa in modo che a ridosso del vulcano si depositi parecchio zolfo lungo le pareti rocciose. Lo zolfo è un minerale molto utilizzato per diversi impieghi industriali come la produzione di polvere da sparo, la preparazione di fiammiferi, sigarette e alcuni medicinali.
Da oltre 40 anni i minatori locali estraggono lo zolfo in prossimità del vulcano manualmente, mettendo a rischio la loro stessa vita per poterlo estrarre e commerciare. Utilizzano dei tubi metallici che vanno a conficcare nelle fessure rocciose incanalando i fumi di zolfo. Questi fumi passano poi allo stato liquido e successivamente solidificano a contatto con l’aria.
I minatori chiamano lo zolfo “oro del diavolo” per la sua colorazione gialla e per l’importanza che ha nell’economia locale, ma anche per sottolinearne la pericolosità.
L’unica cosa che separa i minatori da questi fumi è un panno umido, per il resto l’estrazione viene fatta a mani nude e senza regole di sicurezza da rispettare per proteggersi.
Lucia Pappalardo, vulcanogola INGV, descrive in questo modo l’attività svolta dai minatori:
“Il viaggio dei minatori inizia verso mezzanotte. Si raggiunge la cima del vulcano a circa 2800 m di altezza, per poi scendere per 200 metri all’interno del cratere lungo le ripide pareti del vulcano fino al lago. Qui, sotto l’inquietante luce blu delle fiamme dei gas solforici, lo zolfo viene ridotto in pezzi, caricato in ceste di bambù e trasportato a spalla dai minatori fuori dal cratere. Ogni lavoratore riesce a trasportare fino a 70 kg di zolfo due volte al giorno, il guadagno è infatti proporzionale alla quantità di materiale trasportato“.
Nel 1817 si è registrata l’attività più violenta del vulcano Kawah Ijen di sempre. Le esplosioni sono durate per più di un mese e la quantità di cenere vulcanica presente nell’aria era talmente tanta da oscurare la luce del sole.
Negli ultimi 300 anni ci sono state altre dieci eruzioni di piccola entità che non hanno rappresentato un rischio per la popolazione circostante, ma solo per i minatori che si trovavano ad estrarre lo zolfo.
Dal 2012 l’ Indonesia’s Center for Volcanology and Geologic Hazards Mitigation ha posizionato 77 osservatori lungo tutto l’arcipelago indonesiano per tenere monitorata l’attività vulcanica della zona, che ospita la bellezza di 120 vulcani attivi.
Il Kawah Ijen ci dimostra ancora una volta quanto la natura possa essere affascinante, misteriora e potenzialmente distruttiva. Con i suoi colori unici il vulcano lascia senza parole ogni visitatore che rimane lì ad osservare lo spettacolo con ammirazione e un pizzico di inquietudine.
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