Realismo, cura per i dettagli, luci e ombre si mescolano in questo movimento artistico. Ecco le opere più belle dell’arte fiamminga
L’arte fiamminga è un movimento artistico incentrato sulla resa dei soggetti in modo meticoloso. La cura per i dettagli e i giochi di luci e ombre, rendono lo stile fiammingo empatico e avvolgente, tanto che ogni quadro è un’esplosione di toni caldi e vibranti.
Scopriamo quando è nata e chi sono stati i principali esponenti di questo movimento artistico.
L’arte fiamminga è nata nel Quattrocento nei Paesi Bassi, e ha subito l’influenza del realismo.
Le città in cui prese maggiormente piede furono Bruges, Gand e Anversa, tutte e tre molto importanti a livello economico e commerciale. Proprio grazie alla ricchezza di queste città, la domanda di opere d’arte salì alle stelle. L’interesse nei confronti dell’arte e le possibilità economiche, portarono la classe mercantile a richiedere opere e finanziare gli artisti.
Il nome “arte fiamminga” deriva dal luogo di nascita e sviluppo di questo movimento artistico, ovvero le Fiandre.
Gli artisti fiamminghi erano in grado di riprodurre su tela degli scorci di realtà e vita quotidiana. Riuscivano a creare un rapporto empatico tra opera d’arte e osservatore, invitando chiunque guardasse l’opera, a lasciarsi coinvolgere dal calore realistico della scena.
La tecnica pittorica più utilizzata dagli artisti fiamminghi era la pittura ad olio su tela, che ben si prestava per rendere al meglio i giochi di luce caratteristici di questo stile. I contrasti e il perfezionismo, uniti all’uso della prospettiva, fanno dell’arte fiamminga la principale fonte di ispirazione dei movimenti artistici che sono venuti dopo di lei.
I pittori fiamminghi sono l’espressione più autentica del Rinascimento, infatti sono riusciti a declinare nell’arte tutti i valori del momento storico che vivevano, valori come la creatività, la libertà dell’uomo, la riscoperta della natura e delle sue leggi. Nonché l’uomo stesso, che diventa centro del mondo e viene valorizzato per la sua importanza.
La fisionomia e l’anatomia dell’uomo, la rappresentazione delle emozioni e il ritorno all’essenzialità, si ritrovano in uno dei massimi esponenti dell’arte fiamminga: Jan van Eyck.
Vissuto tra il 1390 e il 1441, viene considerato il maestro dell’arte fiamminga. L’artista ha lavorato come pittore di corte e ambasciatore per il duca Filippo il Buono di Borgogna, e ha viaggiato per diverse città europee arricchendo il suo animo artistico di nuovi punti di vista e stili.
L’utilizzo della tecnica dell’olio su tela si deve proprio a Jan van Eyck, infatti si rese conto che questo metodo era perfetto per rendere viva e vibrante la luce all’interno delle opere.
Tra le sue opere più famose possiamo trovare:
Il motivo che ci fa pensare si tratti di un autoritratto è proprio il turbante rosso, infatti è un elemento distintivo dell’artista che compare più volte nei suoi quadri, come ad esempio, nel Ritratto dei Coniugi Arnolfini.
Tra i simboli più evidenti introdotti dall’artista evidenziamo il cane, simbolo di fedeltà coniugale e la donna che si tocca la pancia sollevando il vestito, gesto simbolico che rappresenta la possibilità di una gravidanza cercata o già in atto. Inoltre, nel lampadario si può notare una sola candela accesa, che indicherebbe l’unione in una sola fonte luminosa dei due coniugi.
L’artista, nato nel 1577, viene considerato un precursore dell’arte barocca.
Rubens studiò per molti anni in Italia subendo l’influenza di Michelangelo e Raffaello, prima di tornare nelle Fiandre e diventare il pittore di corte degli arciduchi Alberto e Isabella.
Il suo stile è dinamico, esuberante e colorato. Per realizzare le sue opere Rubens trae ispirazione da miti, storia e religione. Infatti, è specializzato nel rappresentare scene di complessità narrativa come “Il giudizio di Paride” e “La discesa dalla croce”.
Rubens utilizza una luce sfolgorante ed è abilissimo nel rendere i corpi sensuali e riconoscibili. Una delle sue opere più famose è “Il giardino d’amore”. Il quadro rappresenta un giardino simbolico in cui la dea Giunone, in forma di statua, si trova all’interno della fontana e simboleggia l’unione coniugale.
Si pensa che un delle figure femminili rappresentate sia proprio la moglie di Rubens, Helena Fourment.
Nell’opera “L’adorazione dei Magi”, invece, possiamo percepire l’abilità del pittore nel rappresentare dei corpi pieni e anatomicamente definiti. L’uso del colore rende perfettamente il contrasto ed esalta la luce. La centralità Rinascimentale dell’uomo e l’attenzione nella realizzazione dei corpi, sono molto evidenti nell’opera.
L’arte fiamminga ha lasciato un’eredità importante e preziosa all’arte europea, tanto che le tecniche degli artisti fiamminghi, in grado di rendere le luci e il colore in modo così avvolgente, sono state riprese molte volte nel corso della storia.
Ne sono un esempio i ritratti di Albrecht Dürer, in cui ritroviamo il realismo, la cura per le espressioni e la resa dei dettagli, giù visti a apprezzati in Jan van Eyck.
In conclusione, l’arte fiamminga è un capitolo importante per la storia dell’arte europea. Infatti, dai Paesi Bassi è stata in grado di scaldare e conquistare i cuori delle persone in tutta Europa. La ricerca del colore perfetto e della luce, la prospettiva, l’attenzione e la cura per i dettagli, hanno reso questo movimento artistico una fonte inesauribile di ispirazione.
Ecco perché le opere fiamminghe sono in grado di scaldare anche i nostri cuori nonostante siano passati centinaia di anni. E forse è proprio questo il potere dell’Arte: sopravvivere nel tempo e rendere immortali le emozioni.
La fiamma dell’arte fiamminga non si è mai spenta e siamo in grado, anche oggi, di percepire il suo calore.
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