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Arte

La stanza di cioccolato esiste davvero ed è al MoMA di New York

Aspettando Wonka al cinema, è già possibile immergersi nel potere magnetico cioccolato in uno dei musei più importanti del mondo

Tra i vari protagonisti temporanei di uno dei Musei di Arte Moderna (Museum of Modern Art, da cui il nome MoMA) più importanti del mondo, localizzato nella Grande Mela, oggi c’è un’artista che fabbrica stanze di cioccolato.

Disclaimer d’obbligo: non parliamo di pavimenti e mura costituiti dall’oro dolce, ma di pareti completamente ricoperte da fogli di carta serigrafati con il cioccolato, fulcro di un’installazione che necessita di essere rifatta ogni volta che viene presentata.

Assaggiamola meglio allora, la storia della Chocolate Room di Ed Ruscha.

Ed Ruscha – Now Then: la mostra al MoMA

La Chocolate Room è una delle opere più iconiche di Ed Ruscha (Omaha, 1937), l’artista statunitense che oggi occupa le sale del MoMA per una mostra di risonanza internazionale.

Il sottotitolo dell’evento – il titolo è il nome dell’artista – è “Now Then” e la mostra si sviluppa tramite oltre duecento opere, tra quelle più famose a quelle meno note, spaziando dalla pittura al disegno, dalla fotografia ai libri d’artista e anche l’installazione.

L’artista ha influenzato decenni di generazioni

Il progetto ripercorre l’intera carriera di Ruscha, celebrandolo come artista statunitense che vanta una carriera di sessant’anni nel mondo della pop art, e capace di influenzare generazioni di artisti, architetti, designer e scrittori.

“Now Then offre una prospettiva molto più ampia rispetto ad altre mostre museali sull’artista, consentendo al pubblico di fare il punto su come il lavoro di Ruscha si sia sviluppato col passare del tempo. Le opere di Ruscha riguardano il cambiamento della società, un aspetto del suo lavoro a cui non è mai stata data la giusta attenzione”, racconta il curatore della mostra Christophe Cherix.

Il cioccolato serigrafato della Chocolate Room

Tra le opere più iconiche e riconosciute internazionalmente dell’artista c’è senza dubbio la Chocolate Room, semplice da capire, attraente come il cioccolaro, ma non facilissima da digerire.

Si tratta di un’installazione che riempie una grande stanza al sesto piano del Museum of Modern Art, le cui pareti sono interamente ricoperte da fogli di carta serigrafati con il cioccolato.

In che senso “serigrafare il cioccolato”?

La serigrafia è uno dei processi di stampa più antichi mai esistiti: viene usata per trasferire inchiostro su di un altro supporto di qualsiasi tipo (carta, plastica, legno, tessuto, etc.) attraverso una matrice di stampa, considerabile come un timbro di media potenza che pressa il supporto e lascia una traccia. Tali tracce, nel caso delle pareti pensate da Ruscha, sono fatte di cioccolato.

Immagine | @MoMA.org – mostradante.it

La storia della stanza di cioccolato di Ruscha

L’artista creò quest’opera nel 1970 per il Padiglione degli Stati Uniti, in occasione della 35esima Biennale Arte di Venezia.

Ha visto piccoli tubetti metallici di pasta di cioccolato Nestlé che gli hanno ricordato i tubetti metallici per i suoi colori a olio. Così ha deciso di usare il cioccolato, serigrafandolo su centinaia di fogli di carta e posizionando quei fogli su tutte e quattro le pareti della stanza”, ricorda un’altra curatrice d’arte che ha collaborato con Ruscha, Ana Torok ,in merito all’ispirazione iniziale dell’artista.

L’artista si racconta: è un’opera che non puoi spedire

Quello che è diventato così interessante per me è stato ovviamente il risultato, ma anche il processo che c’è dietro”, racconta Ed Ruscha circa la sua opera. “Non puoi spedire quest’opera, deve essere realizzata all’interno del museo. Così abbiamo portato una stampante nello spazio espositivo e abbiamo trasformato la sala in una tipografia per due settimane”.

Ed è proprio questa la portata rivoluzionaria del progetto, un progetto che va ben oltre alla dolcezza e alla popolarità del cioccolato. Il work in progress dell’opera, processo e risultato allo stesso tempo, “ha davvero permesso all’istituzione di ripensare alle cose: lo spazio espositivo è diventato un luogo dove stava accadendo qualcosa, si stava producendo qualcosa”.

Il senso e l’odore della Chocolate Room

Il MoMA, per raccontare il processo creativo di Ruscha, ha condiviso un video sul suo profilo Instagram che testimonia la creazione dell’installazione dall’inizio alla fine.

Si parla dunque di arte-nel-suo-making, di un coinvolgimento dello spettatore che comincia ben prima che l’opera sia pronta, anzi che si consuma molto di meno nel momento in cui essa è conclusa. Una volta finita rimane soltanto l’odore emanato dalle pareti, che per molti è l’aroma inconfondibile della felicità.

Matilde Brizzi

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