Expo 2030, Riad batte Roma. Cosa c’è dietro la sconfitta

Il peso economico dell’Arabia Saudita affonda la candidatura dell’Italia. Giampiero Massolo, presidente del comitato promotore, denuncia la “deriva mercantile”. Il regno ospiterà l’esposizione universale dal primo ottobre 2030 al 31 marzo 2031

 

Una partita persa in partenza quella che ieri si è giocata alla Palazzo dei congressi di Issy-les-Moulineaux, a pochi chilometri dal centro di Parigi. O, da un’altra prospettiva, una gara vinta a tavolino. Contro l’investimento colossale messo sul piatto dall’Arabia Saudita per assicurarsi l’assegnazione di Expo 2030, Roma non aveva chance. E lo si è visto dai risultati. La Capitale ha racimolato appena 17 voti contro i 119 di Riad. Perfino la Corea del Sud, che ha candidato Busan, ha fatto meglio dell’Italia con 29 voti.

Le Monde ha fatto i conti in tasca ai sauditi, stimando la cifra monstre di 730 miliardi di euro investiti nella campagna promozionale presso il Bie (Bureau international des expositions), l’organizzazione che gestisce le esposizioni universali, e soprattutto nello sviluppo del settore turistico del Regno, tra hotel di lusso e un aeroporto nuovo di zecca inaugurato lo scorso settembre.

L’affondo di Giampiero Massolo: “Deriva mercantile”

Quello che non era nei pronostici è la proporzione della débacle: “Fino all’ultimo, né a noi né ai coreani risultavano numeri di questa portata, quindi anche sull’ultimo miglio qualcosa deve essere successo, non risultava a nessuno una sconfitta in queste proporzioni”, dice amareggiato Giampiero Massolo, il presidente del comitato promotore che ha lavorato due anni per la candidatura di Roma.

Non è andato per il sottile dopo l’esito del voto con la vittoria schiacciante dell’Arabia Saudita: “Non critico, non accuso, non ho prove, ma la deriva mercantile riguarda i governi, riguarda anche gli individui talvolta. È pericoloso: oggi l’Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi. Non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in Consiglio di sicurezza (dell’Onu, ndr), perché se questa è la deriva io credo che l’Italia non ci debba stare“.

La delegazione saudita esulta per l'assegnazione dell'Expo 2030
La delegazione saudita esulta per l’assegnazione dell’Expo 2030 | Immagine frame video X @CGCSaudi

Parole di fuoco quelle dell’ambasciatore, che provano a spiegare una sconfitta su tutta la linea della capitale. Un tracollo che va oltre le cifre ufficiali di 190 milioni di euro spesi da Riad per la campagna di promozione, 160 da Busan e appena 30 da Roma

Non sono bastati gli appelli delle tre madrine – la campionessa paralimpica Bebe Vio e le attrici Sabrina Impacciatore e Trudie Styler. E non è bastato neanche il videomessagio del tennista altoatesino Jannik Sinner, trionfatore all’ultima coppa Davis.

L’epilogo era già scritto, teme Massolo: “Noi abbiamo giocato una partita secondo le regole della comunità internazionale, le competizioni si vincono sui progetti, sulla qualità, sulle idee. A noi, alcuni delegati hanno detto di essersi promessi ad un concorrente ben prima che esistessero i progetti e ben prima delle candidature”.

Gualtieri: “Brutta sconfitta. Riqualificazione Roma va avanti”

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ammette la delusione per la “brutta sconfitta” e con toni più felpati punta il dito contro il peso economico dei sauditi: “Siamo amareggiati, naturalmente, il nostro progetto era molto bello ma i rapporti di forza anche economici che qui sono stati espressi, come avevamo anche un po’ segnalato, denunciato, hanno portato a un voto nettissimo, a una vittoria schiacciante di Riad. Questo è un tema, naturalmente. Tanti eventi internazionali stanno andando a colpi di risorse nel Golfo, noi avevamo segnalato questo problema”. La capitale, dice, “si è battuta benissimo ma qui purtroppo non si vince col premio della critica ma degli ambasciatori dei votanti”.

Incassata “sportivamente la sconfitta“, il primo cittadino “guarda avanti”. A Roma resta una “eredità”, un “progetto bellissimo di riqualificazione di un quartiere di Roma e dobbiamo portarlo avanti lo stesso, in forme diverse”, dice a proposito del piano di rigenerazione urbana” di Tor Vergata, nel quadrante sud-est della capitale. “Roma può andare avanti anche senza Expo. Non abbiamo mai basato lo sviluppo della città su Expo e tutti i progetti vanno avanti”, assicura l’ex ministro dell’Economia. “Parleremo con il governo e la Regione per capire cosa si può realizzare. Le Vele, a esempio, si metteranno in sicurezza con il Giubileo e saranno fruibili”.

La delegazione dell'Italia a Parigi prima dell'assegnazione dell'Expo 2030
La delegazione dell’Italia a Parigi prima dell’assegnazione dell’Expo 2030 | Foto X @Expo2030Roma

Le polemiche dall’Italia

Una sconfitta con contorno di polemiche. Vista dall’Italia, quella di Roma è stata “una figuraccia galattica sia di Gualtieri che di Meloni. Perdere ci sta. Ottenere solo 17 voti dimostra una irrilevanza che l’Italia non merita. I sovranisti non sono credibili a livello internazionale, ormai è chiaro a tutti. E il Campidoglio deve darsi una mossa, perché questa amministrazione non funziona”, è l’affondo di Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva. Un’occasione persa per Roma ma anche per Expo. Una candidatura nata male e sostenuta peggio. Che peccato“, mette il carico il leader di Azione Carlo Calenda.

Bin Salman: “Sarà un Expo senza precedenti nella storia”

Riad intanto esulta per la vittoria a mani basse. La ciliegina sulla torta dell’ambizioso piano del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, “Vision 2030”, che mira a smarcare il regno dalla dipendenza del petrolio diversificando l’economia. Sarà la prima città araba a ospitare l’esposizione universale. Con il tema “L’era del cambiamento: insieme per un futuro chiaro”, l’Expo aprirà i battenti il primo ottobre 2030 e andrà avanti fino al 31 marzo 2031.

La prossima esposizione universale “non avrà precedenti nella storia”, ha garantito Mbs, che per aggiudicarsi l’assegnazione ha calato anche l’asso Cristiano Ronaldo, approdato di recente al Al-Nassr Saudi Club.

Secondo i critici, l’evento sarà un altro tassello nell’operazione di restyling promossa da bin Salman per migliorare l’immagine del regno saudita, particolarmente compromessa dopo l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, di cui il principe è ritenuto il mandante.

Il progetto dell’Italia e la perdita economica

La candidatura dell’Italia era incentrata sul tema “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione”. L’esposizione universale era in programma dal primo maggio al 31 ottobre 2030. Il comitato organizzatore stimava la partecipazione di circa 150 Paesi e un’affluenza di pubblico di circa 30 milioni di visitatori, di cui circa il 45% stranieri. L’impatto economico generato da Expo 2030 era stimato attorno a 51 miliardi di euro, con 11mila nuove aziende e 300mila posti di lavoro creati.