Architettura sostenibile: legno, luce e areazione naturale nel futuro dell’edilizia
L’edilizia dovrà subire cambiamenti enormi nella transizione energetica. L’architettura sostenibile diventerà fondamentale per rendere la case a prova di cambiamento climatico. Il progetto Living Places dello studio di architettura EFFEKT propone quello che potrebbe essere il futuro dell’edilizia, tra legno, luce solare e ventilazione naturale.
Le abitazioni emettono troppa CO2 e sprecano troppa energia. Un terzo dell’energia globale e dell’anidride carbonica immessa dalle attività umane nell’atmosfera è legata alle case. Si tratta di una delle conseguenze del boom edilizio avvenuto in un’epoca in cui non si aveva consapevolezza degli effetti che bruciare idrocarburi aveva sull’ambiente. Così oggi i luoghi in cui viviamo sono tra i maggiori responsabili della crisi climatica.
Lo sa bene l’Unione Europea, che sembra pronta a un cambiamento radicale in questo ambito. Sono infatti allo studio alcune normative che obbligherebbero entro breve tutti gli Stati membri a attuare serie politiche di ristrutturazione degli edifici presenti sul territorio. Le classi energetiche non sono omogenee al momento, ma l’ipotesi più concreta è quella di rendere l’attuale classe D il minimo di legge.
Si tratterebbe di una rivoluzione nell’edilizia europea. Una percentuale enorme delle case italiane è sotto questa soglia, anche dopo gli interventi del Superbonus, che hanno coinvolto una parte minoritaria degli edifici. La politica ha già espresso dubbi su queste normative, ma per il momento il procedimento di approvazione continua.
Il rinnovamento dell’edilizia europea si iscrive a pieno titolo nella svolta Green che l’Unione ha assunto. Nuove regole sulle emissioni stanno per essere implementate in moltissimi settori diversi. Uno dei più colpiti sarà quello dei trasporti. Entro il 2050 all’interno del continente non potranno più circolare vetture con motori a scoppio. Le case sono quindi soltanto una parte, benché molto rilevante, del progetto di sostenibilità che l’Europa sta portando avanti.
È evidente che costruire abitazioni come si è fatto nell’ultimo mezzo secolo non è più accettabile. L’architettura sostenibile può però essere un modo per affrontare questo problema. Lo studio danese EFFEKT ha elaborato una serie di edifici che potrebbero salvare l’edilizia. Si chiamano Living Places, letteralmente posti in cui vivere, un nome che ne riflette l’essenzialità.
Queste case, realizzate principalmente in legno, emettono 3,8 chili di anidride carbonica all’anno per ogni metro quadrato di superficie. Quattro volte meno della soglia fissata dalla già strettissima legislazione danese. Le stesse tecniche di costruzione sono modulate per essere attente all’ambiente. Il legname utilizzato è ad esempio poggiato su una struttura a telaio, invece della più comune struttura lamellare, in modo da consumare un terzo del materiale normalmente richiesto per completare un’abitazione di questo tipo.
Al momento si tratta soltanto di cinque padiglioni aperti al pubblico a Copenhagen. Me in futuro potrebbero trasformarsi in interi quartieri in grado di ospitare migliaia di persone consumando una frazione dell’energia di un normale condominio. Si tratta ancora di progetti avanguardisti, ma altri esperimenti come questo si stanno moltiplicando, per creare abitazioni sempre più sostenibili.
L’architettura sostenibile è il futuro dell’edilizia. Con regole sempre più stringenti e un’emergenza climatica sempre più grave, cambiare il modo in cui si costruiscono e si pensano le abitazioni sarà fondamentale.
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